Sul pannello si legge: Monetazione e medaglistica carrarese al Museo Bottacin
Il museo possiede tutte le tipologie di epoca carrarese, a cominciare dal denaro piccolo con la stella, usato per il commercio minuto della metà del Duecento fino all'epoca di Jacopo I. La prima monetazione carrarese vera e propria è rappresentata da un nuovo denaro piccolo coniata sotto Ubertino, recante la lettera "V" (iniziale di Vbertinus). La prima moneta in grado di fare concorrenza a quelle veneziane e veronesi fu il grosso da due soldi, coniata in argento sotto Jacopo II e recante il carro, insegna della famiglia, e l'iniziale di Prosdocimo, il santo patrono. A testimonianza della politica anche monetaria più aggressiva attuata da Francesco il Vecchio, il Museo conserva uno dei due esemplari superstiti del ducato d'oro, recante il nome di FRANCISCI D. CARRARIA sul diritto, e San Prosdocimo sul verso. Il carrarese da quattro soldi d'argento presenta San Daniele che regge un modellino di castello turrito, a celebrazione del Castello eretto da Ezzelino nel 1237 e da lui ristrutturato nel 1374. I carrarini e i soldi con l'effige di Sant'Antonio furono coniati da Francesco Novello, fondendo il tesoro di Sant'Antonio per fare fronte alla guerra con Milano. Di grande interesse il settore della medaglistica, in particolare quello delle medaglie di Francesco il Vecchio, ispirate ai sesterzi di Vitellio forse rinvenuti nella stessa Padova. Le insegne di Francesco il Vecchio compaiono anche sulle monete contenute nelle teche di fondazione, una sorta di "musine" (salvadanai), che venivano inserite nelle mura o nelle fondazione dei palazzi per documentare l'intervento anche economico del Signore. |