Sul pannello si legge: L'acquerello di Marino Urbani e le piante antiche documentano l'esistenza, di fianco alla Cappella, di un imponente e signorile palazzo di forma ellittica. Si tratta del Palazzo di Enrico Scrovegni, nella proprietà precedentemente del nobile Manfredo Dalesmanini, dal quale Enrico, con l'atto notarile del 6 febbraio 1300, aveva acquistato l'intera area dell'anfiteatro romano. Identificabile molto probabilmente con la grande casa in muratura citata nell'atto come "domo... magna murata e solarata coperta cupis...", il palazzo di Manfredo Dalesmanini sarebbe stato adattato successivamente dalla famiglia Scrovegni. Dalla pianta del Valle del 1784 appare chiaro che il palazzo non era perfettamente contiguo alla Cappella, ma fra i due edifici si trovava uno spazio vuoto, come anche i recenti restauri hanno dimostrato. Fino alla metà del Quattrocento il Palazzo rimase di proprietà degli Scrovegni, successivamente passò alla famiglia veneziana Foscari Gradenigo. Nel Cinquecento fu costruito un ambiente di raccordo con la Cappella e vennero apportate al Palazzo l'aspetto riconoscibile dall'acquerello. Nel 1827, necessitando di restauri, fu demolito dalla famiglia proprietaria. |