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Sul pannello si legge: Corporazione dei pistori nel Monastero degli Eremitani
"Qualsiasi panettiere faccia pane buono, bello, ben cotto, mondo dal loglio e da ogni impurità, secondo il peso e la misura che gli verranno comunicati di volta in volta dal podestà di Padova o dai suoi messi": con queste disposizioni inizia il capitolo degli statuti padovani dedicato ai panettieri. Le altre disposizioni riguardano la copertura del pane fatto per la vendita, l'adeguamento del costo della farina, perfino la disposizione dei pani nel forno: "Nessun panettiere o fornaio debba porre il pane nel forno in modo tale che un pane tocchi un altro". Fornai e pistori, ossia coloro che cuocevano il pane e coloro che lo vendevano, appartenevano alla stessa fraglia e si riunivano nella chiesa degli Eremitani presso l'altare di Sant'Orsola, protettrice contro le sofferenze del fuoco, festeggiata il 21 ottobre. Con gli ortolani e i fruttivendoli i panettieri erano gli unici ad ammettere le donne nella fraglia. Alcune panetterie in città lavoravano sotto il diretto controllo del Comune. A Padova il forno comunale occupava, secondo il Da Nono, un portico dell'Alodio, edificio nella zona occidentale di piazza dei Frutti, che fu demolito intorno al 1302. Dopo di allora la vendita del pane del Comune fu trasferita in un ambiente vicino denominato Camatta. |
Quando: | -300 | -200 | -100 | 0 | 100 | 200 | 300 | 400 | 500 | 600 | 700 | 800 | 900 | 1000 | 1100 | 1236 | 1300 | 1400 | 1500 | 1600 | 1700 | 1800 | 1900 | 2000 | 2100 | | |