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Sul pannello si legge: Il 6 febbraio del 1300 il ricchissimo banchiere Enrico Scrovegni acquistò da Manfredo Dalesmanini l'area dell'Arena Romana e diede avvio ai lavori di costruzione di una Cappella dedicata alla Madonna annessa al Palazzo. Enrico voleva celebrare il nome della famiglia offrendo alla Madonna della Carità un bene prezioso, costruito "ad onore e vantaggio della città e del Comune" - si legge nell'atto di donazione della chiesa nel 1317 - e a suffragio dell'anima sua e dei suoi predecessori". Aspirava inoltre a riqualificare il luogo, un tempo teatro di giochi pagani, rendendolo sede di riti cristiani. Dopo la sua morte, la chiesa "Sancte Marie de Caritate de l'Arena de Padua" avrebbe custodito le sue spoglie e quelle dei familiari. Il 25 marzo del 1303 la Cappella fu consacrata. Giotto, il più grande pittore del tempo, la affrescò fra il 1303 e il 1305 trasformandola in uno scrigno prezioso. Giovanni Pisano scolpì le immagini della Madonna e degli Angeli cerofori, collocati sull'altare. A Giotto è dovuta anche la Croce oggi conservata ai Musei Civici. Il 25 marzo 1305, festa dell'Annunciazione, la Cappella affrescata ricevette la solenne consacrazione per la quale il Maggior Consiglio di Venezia concesse l'uso di alcuni paramenti del Tesoro di S. Marco. A causa del deterioramento dei rapporti con i Carraresi, con i quali Enrico si era imparentato sposando la sorella di Ubertino, egli si trasferì a Venezia, dove morì. La seconda moglie Jacopina d'Este, provvide a traslarne il corpo nella sua amata cappella all'Arena. |
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