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Padova Pannelli Mirabilia   41 Il maglio dei Carraresi e la corporazione dei fabbri modi: foto mappa
Il maglio dei Carraresi e la corporazione dei fabbri
Sul pannello si legge: Fabbri e orafi costituivano due delle categorie di artigiani maggiormente attivi a Padova già nei secoli XI e XII. Nelle loro botteghe, diffuse nella contrada di Sant'Urbano e lungo l'attuale via dei Fabbri, producevano attrezzi da lavoro e oggetti per la vita quotidiana, ma anche manufatti complessi, per i quali erano richieste particolari specializzazioni, come le serrature, le armature, le spade, gli orologi, le campane. Lavoravano ferro, rame, stagno, ottone, bronzo e prestavano la loro collaborazione presso i mulini dove si occupavano della manutenzione dei complessi macchinari. Vendevano i loro prodotti presso la scala del Palazzo della Ragione, denominata per questo Scala dei ferri. Veneravano lo stesso santo degli orafi, Sant'Eligio, ma si riunivano in chiese diverse. L'altare dei fabbri, che si trovava nella chiesa di San Clemente, nel 1442 fu abbellito da una terracotta commissionata dalla fraglia allo scultore fiorentino Niccolò Baroncelli, raffigurante il Miracolo di Sant'Eligio maniscalco, ora conservata presso i Musei Civici. Il 25 giugno, giorno della festa del santo, si celebrava presso questo altare la vittoria dei padovani sui veronesi al ponte delle Brentelle, avvenuta in quel giorno nel 1386. Le botteghe più grandi potevano anche ospitare un maglio, formato da una specie di grande mazza battente azionata dall'enrgia idraulica. In epoca carrarese ebbero però l'esclusiva per la lavorazione e la battitura dei metalli i tre magli dei Da Carrara, funzionanti in un edificio di loro proprietà in via Donatello e nella contrada Businello. L'officina aveva anche dei forni per la fusione dei metalli e un magazzino per i rottami di riciclo. Con la caduta dei Carraresi il Maglio passò ai veneziani, che mantennero il monopoglio della lavorazione dei metalli concordandone il funzionamento con tre fabbri, con i quali avrebbero diviso utili e perdite. Nel 1430 erano attivi nell'officina del Maglio Giovanni e Gianpietro delle Caldiere, subentrati a Novello dall'Orologio nella costruzione dell'orologio di Piazza dei Signori.
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