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Padova Pannelli Mirabilia   10 La chiesa di Santa Maria del Carmine modi: foto mappa
 
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Sul pannello si legge: Al loro arrivo a Padova, qualche anno prima del 1290, i frati Carmelitani occuparono l'area a nord della città, oltre Porta Molino, al centro di un borgo vivace, eterogeneo, popolato di case in legno sparse tra orti e poderi, la cui forma allungata e tortuosa ne aveva determinato la denominazione di "Coa Longa". Lo abitavano artigiani negozianti, osti, ma anche casate nobiliari e una vivace borghesia. Una fonte di ricchezza erano i mulini, visibili nel bel paliotto in commesso lapideo dedicato, dalla fraglia dei mugnai, alla Madonna e ai Santi protettori Rocco e Sebastiano, conservato all'interno della chiesa. Verso il 1320-'30 fu istituita la Fraglia della Madonna del Carmine e nel 1335 era già costruita la prima scoletta del Carmine dedicata alla Madonna. La costruzione della chiesa ebbe inizio nel 1309 e si concluse quando la signoria dei Carraresi ebbe termine. La chiesa era, come l'attuale, a navata unica, con un tetto ligneo a carena di nave, scandita da sei cappelle laterali; in origine vi si accedeva mediante un portico esterno. Una grande nevicata e poi il terremoto del 25 gennaio 1491 provocarono il crollo del tetto e parte dei muri. La ricostruzione fu affidata a Lorenzo da Bologna e Pietro Antonio degli Abati, che conservarono quanto era rimasto inserendolo in un progetto di impronta rinascimentale. Nella Tempesta di Giorgione sembra che vi si possa riconoscere la chiesa, con la nuova cupola di Lorenzo. E' trecentesca la cappella maggiore, delimitata da un'abside pentagonale scandita da lesene aggettanti e illuminata da monofore ogivali. Furono inoltre preservati l'abside, il coro e la facciata, e si salvò l'imponente massa perimetrale di derivazione romanico-lombarda, evidenziata da lesene e da una teoria di archi ciechi, la cui altezza suggerisce che la chiesa era in origine più bassa. Anche il chiostro antico e il capitolo dei frati che su di esso si affaccia, arricchito da un elegante portale affiancato da due bifore, si sono conservati nella forma originaria.
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